N° 48
(PARTE SECONDA)
1.
Philip Grant è sempre stato un solitario, i
rapporti sociali non sono mai stati il suo forte, ma mettetelo davanti ad un
computer e diventa la cosa più simile ad un dio a cui un essere umano può
aspirare. Non aveva ancora compiuto 18 anni e già era in grado di forzare
qualunque password, penetrare in ogni banca dati, navigare in ogni oceano
virtuale. Divenne il più famoso hacker della Costa Ovest con il nome di Corvo
ed i suoi servigi cominciarono ad essere richiesti dalle figure più disparate e
non sempre si trattava di persone raccomandabili. Il destino gli fece
incrociare la strada di Tony Stark e fu più benevolo di quanto forse lui
meritasse, perché invece di mandarlo in carcere per un attacco informatico alle
Stark Enterprises pianificato con un’ex impiegata arrabbiata, Tony gli offrì un
lavoro come addetto alla sicurezza informatica in base al vecchio adagio per
cui ci vuole un ladro per acchiappare un ladro. Quando le Stark Enterprises
furono assorbite dalla Stark-Fujikawa, il Corvo fu, di fatto, dimenticato, ma
il destino non aveva finito con lui perché si scoprì che era il figlio naturale
dello stesso Tony Stark e del suo primo amore Meredith McCall e lui si ritrovò
di colpo parte integrante di quel sistema che aveva sempre dichiarato di voler
combattere.
Per quanto giocasse
ancora a fare il ribelle e vestisse sempre in maniera trasandata, coi capelli
spettinati e gli occhi perennemente coperti da occhiali scuri, apprezzava
alcuni vantaggi della sua nuova condizione, ma non per questo aveva del tutto
rinunciato a fare il cattivo ragazzo- Aveva, però, sottovalutato i rischi di
quest’atteggiamento: ci sono uomini che non prendono alla leggera il furto di
15 milioni di dollari e rivolgersi alla Polizia non è la loro prima opzione.
La ragazza dai capelli
biondi che lo sta osservando in quel corridoio della Stark-Fujikawa non è una
semplice segretaria: Marya Penskiyova è un ex agente dei servizi segreti russi
ed oggi è il N. 1 dell’Élite dello Spionaggio, l’organizzazione di spie
internazionali diretta da Spymaster, e il Corvo è il suo bersaglio.
La Stark Tower nel
centro di Manhattan non è uno dei grattacieli più alti della città, ma per
quanto sia un edificio abbastanza nuovo, è diventato presto uno dei più famosi.
Circa due terzi dell’edificio sono occupati da uffici, tra cui: la Fondazione
Maria Stark, ente benefico che, tra le altre cose, è il principale finanziatore
dei Vendicatori, la Stark Solutions e varie altre, Il rimanente terzo è
costituito dagli appartamenti in uso ai dirigenti del gruppo di società legato
a Tony Stark ed alla REvolution Inc. L’appartamento più imponente è quello di
Tony Stark che occupa l’intero piano attico ed i due immediatamente inferiori
ed ospita anche un laboratorio personale, dove Tony trascorre una fetta non
indifferente del suo tempo libero.
La Torre è nota anche
per aver subito da quando è stata inaugurata più assalti di ogni altro edificio
di Manhattan a parte la sede dei Fantastici Quattro e il Palazzo dei
Vendicatori. Ci si potrebbe chiedere chi sarebbe così pazzo da tentare un
attacco ad un luogo abitualmente protetto dal Vendicatore in armatura noto come
Iron Man. Una delle risposte potrebbe essere: qualcuno che vuole provocare
proprio la reazione di Iron Man.
L’uomo in armatura
leggera color blu e bianco si fa chiamare Mauler, è un mercenario che lavora
per chi lo paga meglio e perlopiù non si pone domande sulla moralità degli
incarichi che gli affidano. Stavolta il suo compito è abbastanza impegnativo:
tenere impegnato Iron Man abbastanza a lungo da permettere a Spymaster e la sua
squadra di portare a termine un incarico delicato. Questo il Vendicatore dorato
non può saperlo, ovviamente: quel che sa è che Mauler ha attaccato gli uffici della
Stark Solutions e minacciato la vita di Pepper Potts e per lui è più che
abbastanza.
Una delle armi di
Mauler l’ha appena sbattuto fuori da un varco che lo stesso Mauler aveva aperto
poco prima nella parete dell’ufficio di Pepper. Ovviamente Tony, attualmente
nei panni metallici della sua presunta guardia del corpo, si è ripreso
facilmente e si diretto subito verso il varco… per trovarsi di fronte a Mauler
che lo aspetta a mezz’aria e gli spara una scarica elettrica ad altissimo
voltaggio.
<<Ben
tentato Mauler, ma la mia armatura è perfettamente in grado di assorbire
l’energia elettrica: non hai fatto altro che ricaricarmi.>> dice Iron Man.
<<Davvero? Vediamo allora se sono capace di sovraccaricarti.>
>
Mauler spara un altro
corpo aumentando i livelli di energia in maniera esponenziale. L’armatura di
Iron Man sembra surriscaldarsi.
Un altro luogo, ma una
situazione molto simile. Siamo nel complesso industriale della REvolution nella
penisola di Clason Point nel Bronx che è attualmente sotto l’attacco non di uno
ma di ben tre mercenari tecnologici che si fanno chiamare Raiders. Peccato che
anche qui ci sia un difensore in armatura ed uno tosto anche, non a caso si fa
chiamare War Machine.
<<Facciamolo
fuori, ragazzi!>> è stato l’incitamento del leader dei Raiders e subito
dopo War Machine si è ritrovato bersagliato da raggi laser, microonde, onde
d’urto e tanto altro ancora.
I colpi lo destabilizzano e l’uomo in
armatura nera e argento si ritrova a precipitare al suolo, ma è tutt’altro che
sconfitto.
<<Sapete
ragazzi…>> dice
<<Ero anche disposto a lasciarvi andar via pacificamente… ma adesso mi
avete fatto davvero arrabbiare.>>
Con un balzo War Machine si rimette in volo e
punta verso gli avversari mentre dai polsi spuntano delle mitragliette che
fanno fuoco in rapida successione. L’impatto dei proiettili non è tale da
perforare le armature dei Raiders, ma è sufficiente a sbilanciarli e farli
piombare al suolo.
<<Ora cominciamo a ragionare.>>
2
Il
nome della ragazza è Sasha Hammer e nonostante la giovane età, o forse proprio
per quella, ha consapevolmente scelto di spingersi oltre ogni limite. Un
atteggiamento di sfida nei confronti della famiglia, forse? Certo non è facile
essere la figlia di una donna spregiudicata come Justine Hammer e la nipote di
un uomo che ignora completamente il significato della parola “scrupoli”.
Ma
che sia un atteggiamento o un autentico stile di vita, poco importa, perché
recentemente Sasha ha fatto il passo più lungo della gamba e questo è un errore
di cui potrebbe non avere il tempo di pentirsi.
La
sua Lamborghini la pianta improvvisamente in mezzo ad una strada trafficata
della Grande Mela. Dopo aver sputato una serie di imprecazioni che farebbero
arrossire uno scaricatore di porto, la ragazza si decide finalmente a chiamare
il soccorso stradale. La chiamata viene intercettata da un vicino furgone. Samson Washington e Farley London, rispettivamente
n. 2 e 4 dell’Élite dello Spionaggio, sono pronti a fare la loro parte.
I
Raiders sono in gamba, War Machine deve ammetterlo. Quel che manca loro in
armamenti è compensato dalla loro maggiore manovrabilità. Sono veloci, forse
più di lui e lo colpiscono da tutti i lati ora che si sono ripresi dai colpi
che lui gli ha sferrato in precedenza. Se un singolo colpo non gli fa troppo
male, più colpi da più lati possono diventare micidiali, ma Jim Rhodes si
rifiuta di farsi battere da simili mezze tacche. Usare le armi pesanti è fuori
questione: le armature dei Raiders non reggerebbero all’impatto e lui non vuole
macchiarsi di omicidio. In ogni caso, non è nel suo stile stare sulla difensiva.
Spara
un colpo del suo uniraggio pettorale contro Raider 1 e poi si lancia contro
Raider 2, colpendolo con un micidiale pugno in pieno petto, poi si volge verso
Raider 3, che sta cercando di colpirlo con onde sonore.
<<Troppo poco e troppo tardi.>> replica War Machine
mentre la scarica sonora torna al mittente.
Mentre
Iron Man e Mauler si combattono fuori dalla Torre, all’interno Pepper Potts non
ha perso tempo. Si avvicina al computer ed a voce alta recita uno speciale
codice. In pochi istanti una serie di pannelli esce a ricoprire l’edificio. Ora
sono completamente isolati: nessuno può entrare e nessuno può uscire.
-Sbrigati a risolvere questa storia Tony.-
sussurra tra se l’ex segretaria diventata manager. Nel suo tono di voce non c’è
solo preoccupazione, ma chissà se Tony Stark se ne accorgerebbe se potesse
udirla?
3.
Philip
Grant quasi non si accorge della ragazza che gli si avvicina…è troppo preso nei
suoi pensieri, poi sente il lieve urto del gomito della giovane donna che urta
il suo facendogli traballare il bicchierino con il caffè appena preso dal distributore
automatico.
-Oh mi scusi.- dice la ragazza –Dovevo fare
più attenzione.-
-Uh… non importa.- replica Philip.
-Non si è macchiato, vero?-
Istintivamente
il giovane china la testa ad esaminare la maglietta ed è in quel momento che
Marya Penskiyova, con un gesto degno dei migliori prestigiatori, lascia cadere
qualcosa nel caffè,.
Philip
conclude che la sua maglietta non è più sporca del solito e che dovrebbe
decidersi a cambiarla comunque.
Marya
sbatte gli occhi e sorride scusandosi ancora, poi continua il suo cammino. Il
Corvo le dà un’ultima occhiata mentre si allontana, dopotutto non è insensibile
al fascino femminile, poi si avvia al suo ufficio sorseggiando il caffè. Si è
appena seduto alla sua postazione che sente le palpebre diventare pesanti. Il
bicchiere ormai vuoto gli scivola dalla mano e non si accorge che Marya
Penskiyova è entrata nella stanza.
Come
previsto, pensa la spia russa, è filato tutto liscio. A questo punto, fa una
chiamata.
-Fase due.- si limita a dire.
Rapire
una ragazza nel centro di New York non è così difficile quanto si può pensare.
All’arrivo del finto furgone del soccorso stradale Sasha Hammer non ha il
minimo sospetto .Se i due uomini che ne scendono fossero veri meccanici ,
avrebbero probabilmente reagito in maniera diversa all’atteggiamento di Sasha
che varia dall’indisponente al provocante senza una logica apparente, ma da
veri professionisti restano impassibili recitando il loro ruolo.
-Dobbiamo portarla in officina.- dice Samson
Washington
Sasha
si lascia sfuggire un’imprecazione
-Sarà un lavoro lungo?- chiede.
-Queste auto sportive italiane sono difficili
da trattare.- risponde Farley London –Ci vorrà qualche giorno.-
Un’altra
imprecazione.
-E adesso come torno a casa?-
-Beh qui vicino c’è una fermata della metro.-
dice Washington.
Sasha
lo guarda come se fosse impazzito, London le rivolge un sorriso e dice:
-Le chiamo un taxi.-
Sasha
non si disturba a ringraziare e quando il taxi arriva vi sale dentro dando
l’indirizzo senza nemmeno salutare.
L’autista
del taxi, ovvero Roger Philips, N. 5 dell’Élite dello Spionaggio, preme un
pulsantino sul quadro comandi e l’abitacolo del guidatore viene isolato mentre
quello del passeggero è inondato di un gas potentissimo: Sasha sviene prima di
rendersi conto di cosa stia succedendo.
Michael
O’Brien, ex poliziotto, ex capo dei Guardiani della Volta ed oggi addetto alla
sicurezza della Stark Tower ed Iron man part time, guarda i monitor che
mostrano la situazione fuori dalla torre sigillata e si passa la mano nei
capelli rossi con fare nervoso.
-Com’è la situazione Mike?- chiede Harold Joseph
Hogan, Happy per gli amici, ex pugile, oggi Direttore Esecutivo della
Fondazione Maria Stark ed anche lui Iron Man part time, appena arrivato nella
sala comandi del centro sicurezza della Torre.
-Puoi vederlo da te.- risponde O’Brien –Gli
uffici della Stark Solutions sono stati attaccati da quel tipo lì.- indica la
figura bianca e blu che appare sugli schermi ripresa da varie angolazioni –Si
fa chiamare Mauler.-
-Ho sentito parlare di lui. Non dovrebbe
essere un grosso fastidio per Tony. Ma che gli ha preso per attaccarci così?-
-Vorrei saperlo. Mauler è un mercenario.
Forse la domanda giusta dovrebbe essere: chi lo paga e perché?-
-Già… intanto, quanto vorrei esserci io in
quell’armatura a pestarlo per bene.-
-Anch’io ed invece siamo bloccati qui.-
4.
Meredith McCall si
trova in una palestra di arti marziali. Da quando l’ha scoperta viene ad
allenarsi ogni volta che può. Non è solo perché vuole tenersi in forma, c’è
molto di più ma non lo confesserebbe mai. La sua vita non è mai stata così
caotica. Di tutte le cose che le sono capitate negli ultimi anni, la più
difficile è stata imparare a fare la madre, una cosa che non è certa di saper
fare, specie considerando che il figlio che le è stato dato in sorte è un tipo
dal carattere difficile.
Meredith è abituata
da tempo ad affrontare le sfide, ma questa è forse troppo impegnativa per lei e
purtroppo è anche l’unica a cui non può sfuggire.
La
cosa che più la turba è la sensazione che prova sin da quando si è svegliata al
mattino, una sensazione che non sa definire, come se un pericolo aleggiasse
nell’aria.
-Philip.- mormora tra se e prova a scacciare
il pensiero che il suo figlio ribelle possa essere nei guai.
Le
madri non sono tutte uguali. Prendiamo questa signora la cui chioma corvina è
attraversata da una ciocca bianca e che indossa uno sgargiante abito rosso. Il
suo nome è Justine Hammer e la cosa più gentile che si possa dire di lei è che
è totalmente amorale e priva di ogni scrupolo. Nel suo ufficio di vice
presidente della Alchemax, seduta nella sua poltrona executive in morbida pelle
nera, rivolge un pensiero alla figlia.
-Quella piccola bastarda… cos’ha combinato
stavolta?- dice fra se.
Per
quanto sia giovanissima, Sasha è in grado di combinare disastri che riescono ad
imbarazzare perfino Justine. Spegnere il cellulare e sparire non è che il
minore dei suoi peccati. Justine non pensa nemmeno per un secondo che a Sasha
sia capitato qualcosa, tanto è abituata alle eccentricità della figlia, ma si
chiede cosa dirà al nonno di Sasha che la voleva a cena da lui. Oh, al diavolo…
il vecchio dovrà farsene una ragione.
Spymaster
è soddisfatto: l’operazione si è svolta senza ostacoli. Guarda i due ragazzi
ancora svenuti. Sembra impossibile pensare che due come loro siano stati capaci
di mettere a segno un colpo come quello: 15 milioni di dollari. Poco più che spiccioli
per uno come Justin Hammer, ma è il principio quello che conta. Chissà che
faccia farebbe il vecchio se sapesse che a derubarlo è stata la sua stessa
nipote in combutta col figlio di Tony Stark? Potrebbe essere divertente vedere
se le sue coronarie reggerebbero alla rivelazione, ma non è questo l’obiettivo
di Spymaster: lui è un professionista determinato a guadagnarsi l’onorario
pattuito.
Si
rivolge ai suoi alleati:
-I miei complimenti, Élite dello Spionaggio,
avete fatto un ottimo lavoro, sono fiero di voi. Ora passiamo alla prossima
fase del piano –indica i due prigionieri ed ordina –Svegliateli.-
5.
War Machine osserva i
suoi avversari. No, decisamente non sono alla sua altezza. Afferra Raider 3,
ancor rintronato dalla scarica sonica che gli è rimbalzata contro e lo tiene
sollevato a mezz’aria.
<<Ora mi dirai chi vi ha mandato qui… o sarò
molto cattivo.>>
Nonostante
l’alteratore elettronico, la voce di War Machine ha un tono di minaccia
chiaramente percepibile.
<<Non ti dirò niente.>> proclama
Raider 3.
Prima
che Rhodey possa fare qualcosa, viene colpito da una scarica laser e per la
sorpresa molla la presa sul suo avversario.
<<Ritirata ragazzi!>> ordina
Raider 1 ed i tre aggressori volano via in formazione.
<<Ah no… non mi sfuggirete così
facilmente.>>
War Machine si
appresta a correre dietro ai tre mercenari in armatura quado una specie di
missile colpisce l’edificio principale causando un incendio.
Bestemmiando
Rhodey rinuncia all’inseguimento e si getta a spegnere l’incendio. Quando ha
finito, i Raiders sono scomparsi. Ma lì ritroverà, si dice, non importa quanto
ci metterà
Sunset
Bain è una donna determinata. Per farsi largo in un mondo ancora in prevalenza
dominato dagli uomini ha usato ogni mezzo che aveva a disposizione e poco
importava che questi mezzi fossero perlopiù illeciti o semplicemente immorali.
Per un certo periodo della sua vita ha anche ricoperto il ruolo di boss
criminale con l’alias di Madame Menace,[1] ma si
è lasciata alle spalle quei giorni. Il ruolo di Vice Presidente e Capo del
Settore Scientifico e Tecnologico[2] della
Stark-Fujikawa è molto gratificante, ma non sufficiente per la sua ambizione e
di certo né Morgan Stark né tantomeno il vecchio Kenshiro Fujikawa a Tokyo
approverebbero certi suoi piani, anche se sono sempre stati disposti chiudere
un occhio su quelli che si potrebbero definire metodi non ortodossi.
Quando
entra nel piccolo laboratorio senza farsi annunciare ed usando un codice che
conoscono solo in tre, né Stuart Clarke né la donna che si fa chiamare Ruby
Thursday sembrano sorpresi. Certo è dififcile decifrare le reazioni di una donna
che al posto della testa ha un globo scarlatto. Nonostante il suo abituale
sangue freddo ed il fatto che è la sua assistente personale ormai da diverso
tempo, Sunset non può non ammettere con se stessa di sentirsi sempre un po’ a
disagio alla presenza della bizzarra supercriminale. Chi può dire, in fondo,
cosa passi per il cervello di una donna tanto pazza da sostituire la propria
testa con quel… quel meccanismo?
-Come procede il piano?- chiede sbrigativa.
-Benissimo.- risponde Clarke –Ci manca solo
il test definitivo.-
Clarke è una faccenda
diversa: un inventore ed imprenditore fallito che ha biasimato Wall Street ed
il Governo per la sua bancarotta e non la propria ingenuità. Si dà delle arie
da genio ma è facilmente manipolabile, specie da una come lei.
-Allora sbrigati a farlo.- gli risponde.
-Quando potrò entrare in azione?- la voce
maschile viene da un angolo del laboratorio e fa sussultare Sunset che non si
era accorta della presenza dell’uomo –Quando potrò farla pagare a Stark per
avermi rubato tutto quello che era mio di diritto?-
C’è
un tono di rabbia e di impazienza in quella voce. Sunset gli si avvicina e gli
parla con voce dolce mentre le sue mani si muovono massaggiandogli le spalle ed
il petto.
-Molto presto amico mio. Ancora un po’ di
pazienza ed avremo entrambi la vendetta che ci meritiamo, te lo prometto.-
Per
qualche lungo minuto sembra che il calore sia più di quanto l’armatura di Iron
Man possa sopportare, poi, in quello che ha Tony sembra un tempo lunghissimo i
valori tornano alla normalità.
<<Bel tentativo, Mauler, ma non ha funzionato.
Ora scommetto che sei un po’ scarico. Che ne dici se ne approfitto per farla
finita?>>
<<Credo di avere un ultimo asso nella
manica.>> replica Mauler, Dal suo cannoncino esplode qualcosa ed un
improvviso lampo acceca Tony. I filtri della maschera hanno protetto i suoi
occhi ma quando recupera la vista Mauler è scomparso.
<<Quel figlio di buona donna…>>
Una breve
ricognizione non dà alcun esito e Tony si rassegna, almeno per il momento.
Mentre risale verso l’attico non può fare a meo di chiedersi perché Mauler
abbia attaccato la Torre. Non è il tipo da coltivare rancori: qualcuno lo ha
pagato per questo attacco insensato, ma chi e perché? Ha la netta sensazione
che la risposta non gli piacerà.
6.
Dismessa l’armatura
di War Machine, Jim Rhodes ha raggiunto il luogo dell’ultimo incendio. Sul
posto già c’è Bethany Cabe, Capo della Sicurezza.
-Quanto è grave Beth?- le chiede.
-Solo qualche ferito e solo pochi gravi.-
risponde la rossa –I danni maggiori li hanno riportati gli edifici. Bel capo
della sicurezza che sono: non sono riuscita ad evitare questo disastro.
Dovresti licenziarmi, Rhodey.-
-Non dire sciocchezze. È proprio grazie alle
misure di sicurezza che abbiamo evitato una tragedia. I Raiders non sono certo
una minaccia normale.-
-Sarà come dici tu, ma la cosa non mi piace
lo stesso. Vorrei che quei tre avessero una bella lezione.-
-E l’avranno, se posso farci qualcosa. Ora
scusami un attimo.-
Rhodey
raggiunge una giovane donna bionda dagli occhi azzurro cielo: il Vice
Presidente Esecutivo responsabile per le Comunicazioni, nonché sua fidanzata e
futura moglie, Rae Lacoste.
-Tutto bene?- le chiede -Non ero riuscito a
trovarti in questa confusione ed ero preoccupato per te.-.
-Sono solo un po’ scossa e mi sono rovinata
il vestito. Nulla di irreparabile.- Rae accenna un sorriso –Lavorando qui ci si
fa l’abitudine agli attacchi dei supercriminali. Mi auguro che il nostro
matrimonio sarà più tranquillo.-
-Con mio padre presente ho i miei dubbi.- risponde
Rhodey tentando di scherzare, ma a Rae non sfuggono né la sua preoccupazione né
la sua rabbia. Lo conosce troppo bene e conoscendolo sa che non si rassegnerà
finché non avrà trovato risposte ai suoi interrogativi.
Tony
chiude la telefonata e ripone il cellulare. Non vuole rovinare la cena con Pepper
e il piccolo Andy, ma dopo quello che gli ha appena detto Rhodey, non può fare
a meno di chiedersi cosa stia succedendo. Due attacchi contemporanei non
possono essere una coincidenza: qualcuno voleva essere ben sicuro che Iron Man
fosse impegnato, ma perché?
Torna
al tavolo e sfoggia un bel sorriso ma Pepper o conosce troppo bene per farsi
incantare.
-Problemi?- chiede –Si tratta dell’attacco di
oggi?-
-Meglio non parlarne adesso.-
-Stupidaggini. Parlare ti farà solo bene.-
Tony
sorride e racconta a Pepper quel che ha saputo sull’attacco alla REvolution.
-Credo anch’io che non sia una coincidenza,
Tony.- conclude Pepper –Credi che sia l’avvisaglia di uno dei contorti piani di
uno dei tuoi nemici? Se devo ritrovarmi il Mandarino in salotto, vorrei essere
preparata.-
-Io non mi sono ancora abituato.- ribatte
Tony ridendo.
-Papà…-interviene Andy –Posso restare alzato
fino a tardi a guardare la TV? Tanto domani non c‘è scuola.-
-Beh… perché no? Se la mamma è d’’accordo e
ci fa compagnia…-
Sentirsi
chiamare papà da Andy con tanta disinvoltura gli fa uno strano effetto. I suoi
due figli naturali non usano quasi mai quella parola, ma il suo figlio adottivo
non ha quelle remore. Del resto, tra loro due c’è un legame speciale, forse più
forte di quello del sangue. Tony non potrà mai dimenticare quella notte di
tormenta in cui aiutò la povera Gretl Anders, sua compagna di sbronze
all’epoca, a partorire in un androne e protesse quel fragile neonato col suo
stesso corpo in quella che gli sembrò la notte più lunga di tutta la sua vita.[3] Fu
quell’episodio a dargli la forza di smettere di bere e riprendersi la sua vita
e solo ora, finalmente, ha trovato il modo giusto di mantenere la sua promessa
di prendersi cura di quel bambino. Non lascerà che nulla lo privi di tutto
questo. Stringe la mano di Andy nella sua e contemporaneamente sente quella di
Pepper e si chiede se è questo che vuol dire avere una famiglia. Se solo
potesse avere un buon rapporto anche con gli altri suoi figli, ma forse non è
troppo tardi.
Spymaster
afferra il mento di Philip Grant e lo costringe a guardarlo:
-Capiamoci bene, ragazzo.- gli dice con voce
dura –Tu hai qualcosa che voglio e se non me la darai con le buone, scoprirai
che so essere molto molto cattivo.-
-Non… non capisco di che parli.- replica
Philip.
-Davvero? Parlo di 15 milioni di dollari che
hai sottratto a Justin Hammer. Per lui sono solo spiccioli, ma sfortunatamente
è un tipo vendicativo e non tollera che si prendano le sue cose.-
-Come… come fai a dire che sono stato io a
rubarli?-
-Perché tu sei il solo hacker in giro ad
essere così bravo da sottrarre quei soldi dai conti di Hammer senza lasciare
assolutamente nessuna traccia. Non è
ironico? Proprio perché sei il più bravo non potevi che essere tu il colpevole.
Ora tri ripeto: dammi quei soldi.-
Philip
Grant detto Corvo ha sentito parlare di Spymaster e sa che non ha scrupoli e
che è abbastanza in gamba da aver affrontato Iron Man ed essergli sempre
sfuggito. Tuttavia…
-Se è Hammer che ti manda…- dice -…dovresti
sapere che la ragazza che hai rapito è sua nipote. Non vorrai far del male
anche a lei?-
-So chi è Sasha Hammer. Siete due Giulietta e
Romeo un po’ bizzarri, non credi? In ogni caso ho 15 milioni di buoni motivi
per occuparmi di voi e comunque non credo che il vecchio se la prenderà se la
strapazzerò un pochino. Non è esattamente un uomo di famiglia, sai? Quanto a
te… poco tempo fa mi sono divertito torturare un pochino Tony Stark in persona,[4] avrò
anche meno remore a farlo con il figlio.-
E
Philip sa con certezza che le cose sono davvero gravi.
FINE SECONDA PARTE
NOTA DELL’AUTORE
Molto poco da dire su
quest’episodio. Le notizie essenziali sono state date all’interno della storia
e quindi passiamo subito a parlare di cosa accadrà nel prossimo episodio dove tra
Iron Man e Spymaster si giocherà una virtuale pericolosa partita a scacchi in
cui Philip Grant e Sasha Hammer saranno la posta in gioco, In più nuovi e
vecchi personaggi e nuovi e vecchi misteri.
Non
mancate.
Carlo